Oh oh mancano 15 giorni!
A cosa? Alla fine del Servizio
Civile
È passato un anno, un intensissimo anno e, classica frase retorica, non
mi sembra vero, come sempre quando vivi esperienze nuove e momenti fitti di
avvenimenti. Il passaggio è critico lo ammetto, un anno può anche passare
veloce, ma significa pur sempre 12 mesi di lavoro e condivisione di tante e
tante ore con altre persone.

Il bilancio di questi mesi? Beh positivo per molti versi:
fare un servizio per il territorio in cui vivi sfruttando le capacità e
competenze accumulate in anni di studio in quel settore è sicuramente una bella
soddisfazione ed una buona opportunità. Non son mancate le difficoltà e le
incomprensioni; venendo di punto in bianco catapultata in una realtà alquanto
diversa da tuo precedente quotidiano penso sia normale. Devo dire poi che
adesso, dopo un anno, riesco finalmente, con soddisfazione, a rispondere in
maniera più concreta, data l’esperienza diretta, alla fatidica domanda: “cos’è
il Servizio Civile?” e “quindi cosa stai facendo?”.
Lo consiglieresti? Sì, sicuramente. Soprattutto perché un
anno è un buon periodo per poter fare un’esperienza completa sotto molti
aspetti, per inserirti al meglio nell’ufficio che ti ospita, per approfondire
la conoscenza dei compagni, per raggiungere quell’autonomia lavorativa e di
gestione del tempo che non si acquisisce se non con un minimo di esperienza.
Ovviamente è un’esperienza che finisce, purtroppo, e ammetto
che sarà dura il 3 Febbraio sapere che non prenderò più la mia fidata
bicicletta per raggiungere la stazione ferroviaria e col treno (se passa)
smontare a Mestre e poi dirigermi a piedi in via Giustizia dove ad accogliermi
ogni mattina ci sono i simpaticissimi colleghi che condividono con noi
volontarie l’Ufficio e che hanno contribuito a rendere quest’anno velocissimo.
Silvia Battel