martedì 20 gennaio 2015

Silvia Battel



Oh oh mancano 15 giorni! 
A cosa? Alla fine del Servizio Civile

È passato un anno, un intensissimo anno e, classica frase retorica, non mi sembra vero, come sempre quando vivi esperienze nuove e momenti fitti di avvenimenti. Il passaggio è critico lo ammetto, un anno può anche passare veloce, ma significa pur sempre 12 mesi di lavoro e condivisione di tante e tante ore con altre persone.
Ora sono seduta alla mia angusta scrivania democraticamente condivisa con la mia fidata “Compagna di merende”, alias Sara del Noce, volontaria anche lei del Servizio Civile. Tra i nostri due pc c’è una piantina grassa che versa, ammettiamolo, in non ottime condizioni, è arrivata con noi in questo ufficio di via Giustizia e ha scandito con la sua crescita quest’anno stravagante. È “verde” come il colore del mio Servizio: Gestione e valorizzazione del verde urbano e del ciclo dei rifiuti ed è, non senza difficoltà, un po’ cresciuta come, del resto, anche noi.
Il bilancio di questi mesi? Beh positivo per molti versi: fare un servizio per il territorio in cui vivi sfruttando le capacità e competenze accumulate in anni di studio in quel settore è sicuramente una bella soddisfazione ed una buona opportunità. Non son mancate le difficoltà e le incomprensioni; venendo di punto in bianco catapultata in una realtà alquanto diversa da tuo precedente quotidiano penso sia normale. Devo dire poi che adesso, dopo un anno, riesco finalmente, con soddisfazione, a rispondere in maniera più concreta, data l’esperienza diretta, alla fatidica domanda: “cos’è il Servizio Civile?” e “quindi cosa stai facendo?”.
Lo consiglieresti? Sì, sicuramente. Soprattutto perché un anno è un buon periodo per poter fare un’esperienza completa sotto molti aspetti, per inserirti al meglio nell’ufficio che ti ospita, per approfondire la conoscenza dei compagni, per raggiungere quell’autonomia lavorativa e di gestione del tempo che non si acquisisce se non con un minimo di esperienza.
Ovviamente è un’esperienza che finisce, purtroppo, e ammetto che sarà dura il 3 Febbraio sapere che non prenderò più la mia fidata bicicletta per raggiungere la stazione ferroviaria e col treno (se passa) smontare a Mestre e poi dirigermi a piedi in via Giustizia dove ad accogliermi ogni mattina ci sono i simpaticissimi colleghi che condividono con noi volontarie l’Ufficio e che hanno contribuito a rendere quest’anno velocissimo.
Silvia Battel