venerdì 31 gennaio 2020

Cosa pensa del Servizio Civile chi fa il Servizio Civile? Una testimonianza.


Nell’ottobre del 2018 ho conseguito la Laurea Magistrale in Storia dell’Arte presso l’Università Ca’ Foscari di Venezia. Durante il mio percorso di studi ho avuto la fortuna di svolgere diversi tirocini presso importanti istituti museali e grazie a queste esperienze ho maturato la convinzione che fosse proprio quello l’ambito nel quale avrei voluto lavorare. L’impresa si è rivelata  sin da subito abbastanza ardua. Spesso sentiamo dire che “la cultura potrebbe essere il motore economico di questo paese”, ma purtroppo altrettanto spesso questa vaga consapevolezza non si traduce in interventi reali. Infatti, il nostro patrimonio artistico e culturale ha un radicato valore identitario e per questa ragione va non solo conservato, ma anche promosso attivamente attraverso campagne di pubblicizzazione. Credo sia necessario stanziare più fondi e investirli su questo patrimonio e al tempo stesso favorire una sua riscoperta da parte dei cittadini. Acquisire una maggiore consapevolezza della ricchezza del nostro passato è uno dei modi privilegiati per avere un orizzonte mentale e culturale più aperto, determinante non solo nella lettura del presente, ma anche nell’approccio al futuro.


Il Comune di Venezia, in collaborazione con la Fondazione dei Musei Civici di Venezia, ha dato questa possibilità ai giovani, attraverso il progetto di Servizio Civile “Venezia e i suoi Musei”. Ho deciso di cogliere l’opportunità e ho individuato come sede il Museo Correr. A quasi un anno di distanza riconosco come punto di forza del mio progetto l’eterogeneità delle attività proposte. La possibilità di fare esperienza in diversi ambiti, tutti in riferimento naturalmente al nucleo del progetto, cioé la valorizazzione del patrimonio artistico del Correr, sicuramente uno dei musei italiani più importanti, è un'occasione da non perdere. Sono stata coinvolta dallo staff del Museo in diverse attività, tra le quali la partecipazione all’ordinario monitoraggio conservativo, l’implementazione della digitalizzazione del patrimonio artistico, l’elaborazione della documentazione necessaria per le operazioni di prestito e lo svolgimento di ricerche per rispondere alle richieste degli utenti esterni.

Una cosa è certa: durante la mia esperienza di Servizio Civile mi sono messa in gioco, scoprendo così nuove inclinazioni e punti deboli sui quali lavorare per migliorarmi. Aspetto ancor più decisivo dell’acquisizione di abilità professionali, è stata la possibilità di elaborare un mio individuale punto di vista critico, che sarà senza dubbio spendibile in ambito lavorativo, ma anche nella sfera delle relazioni personali quotidiane.

Giulia Paletti, operatrice volontaria di Servizio Civile presso il Museo Correr.

mercoledì 22 gennaio 2020

Appunti Balcanici

Appunti balcanici

Ieri sera in Negozio via Piave, 67, a Mestre, si è tenuto l'evento "Appunti balcanici". L'evento, organizzato dall' Associazione "Buongiorno Bosnia"  in collaborazione con  il "Gruppo di lavoro via piave", ha trattato i temi inerenti la questione balcanica e dunque i conflitti che hanno interessato la Bosnia Erzegovina e che ancora oggi lasciano tracce visibili e invisibili nei luoghi dove sono stati consumati. L'evento ha inoltre, potuto giovare della straordinaria presenza di Zijo Ribic come testimone diretto di quello che il conflitto balcanico ha significato per l'intera comunità Rom e quindi dello sterminio della stessa, seguito dalle testimonianze dei partecipanti al viaggio in Bosnia 2019.

Zijo Ribic
 "Quando la presidente dell'Associazione Buongiorno Bosnia si è presentata nella sede del Servizio Civile per proporci il viaggio in Bosnia Erzegovina, introducendo un pò di quello che avremmo visto qualora avessimo deciso di intraprenderlo, mi ricordo di essere stata rapita dal racconto di questo viaggio, anche se certamente non sapevo ancora che tutto quello che avrei visto di lì a poco mi avrebbe cambiato totalmente e irreversibilmente. Lo scopo del viaggio però lo conoscevamo bene, si trattava di scavare attraverso gli strati visibili della storia di un territorio fino ad arrivare a quello che non si vede, che è accessibile a pochi, e che è soprattutto ricordato da pochi, quelli che lo hanno vissuto da vittime e quello che lo hanno vissuto da carnefici. Nel corso del nostro viaggio abbiamo assisitito e ascoltato tantissime testimonianze, quella di Zijo è una di quelle più strazianti. Eppure commentarle per noi è diventato difficile, perchè alla fine del viaggio ti rendi conto che la sofferenza che provi è tantissima. Piangi, ti disperi, una volta c'è persino capitato di non riuscire a parlare neanche fra di noi per un giorno intero. Eppure tu stai solo ascoltando, stai solo empatizzando con una storia che non è la tua ma che comunque ti riguarda, che da quel momento in poi diventa un pò una tua responsabilità conoscere e divulgare. Questo viaggio te lo porti dentro come si porta un peso sul cuore, non te ne liberi e non te ne vuoi liberare perchè è anche grazie ad esso che diventi una persona diversa, che cresci e diventi un pò più consapevole del mondo che ti circonda. Capisci che la giustizia non trionfa sempre, che il negazionismo può coesistere anche dinnanzi all'evidenza dei fatti e che il silenzio uccide più di qualsiasi arma. In definitiva posso affermare adesso con estrema consapevolezza, che l'esperienza di viaggio in Bosnia non è stata forse quella più bella della mia vita ma di certo è stata la più importante."

Eleonora 
Operatrice di servizio civile del Comune di Venezia