Il soldato senza fucile
Riflessioni a tiepido su La battaglia di Hacksaw Ridge
(di Francesco Pasquale - Servizio Civile)
L’ultima potentissima, spiazzante, cruenta pellicola del regista di Braveheart è sicuramente uno di quei film che si possono dire “una bomba”. Ripenso, ovviamente, a quanto impressionante sia la ricostruzione della battaglia di Okinawa rappresentata per tutta la seconda metà dell’opera. Non è facile assistere a un film che mostri in maniera così cruda la brutalità della guerra del Pacifico, forse la più sanguinosa ed efferata delle guerre del Novecento. È indubbio che la visione così realistica e impattante di mutilazioni non possa suscitare la disapprovazione, per non dire disgusto, per i conflitti bellici e il mondo militare.
Riavvolgendo il discorso, d’altro canto, ci si chiede: di cosa parla La battaglia di Hacksaw Ridge? Si tratta di una narrazione eroica della vera storia Desmond Doss, caporale della 77ª divisione fanteria dell’esercito statunitense, arruolatosi volontario nel 1942 successivamente all’attacco di Pearl Harbour. Cosa rende la storia di Doss degna di essere raccontata?