Conferenza sui Corpi Civili di Pace
al Palaplip di Mestre,
22 Marzo 2014
“Dopo quattordici anni
di proposte respinte, finalmente passa
il nostro emendamento sui Corpi Civili di Pace”
Esordisce così il Parlamentare
Giulio Marcon alla conferenza di sabato pomeriggio avvenuta al Palaplip di
Mestre dove era presente anche l’Assessore all’Ambiente e alle Politiche
Giovanili, Gianfranco Bettin.
Dopo l’introduzione di Luigi
Barbieri, responsabile dell’ufficio “Centro
Pace” di Venezia - Mestre, che accoglie gli ospiti e presenta al pubblico
il punto focale della serata: l’emendamento
sui Corpi Civili di Pace (CCP), il primo a parlare è proprio il parlamentare
Marcon.
Inizia il suo intervento parlando di come ci sia il bisogno di strutturare i CCP, prendendo
esempio da Paesi a noi vicini come Austria e Germania dove sono già una realtà.
Sottolinea l’esistenza nel nostro Paese di progetti ed organizzazioni già volti
ad interventi di difesa non armata: come ad esempio i Caschi Bianchi della
Comunità Papa Giovanni XXIII o l’Operazione Colomba. Questi ultimi sono già
stati attivi in conflitti quali quelli del Kosovo e dell’ex Jugoslavia, ma non
supportati da una legge a loro dedicata.
L’ obiettivo dell’emendamento che finanzia i CCP per i
prossimi tre anni, non è un realizzare un progetto a termine, ma la possibilità di dimostrare l’efficacia di
tale istituzione nell’ottica di una futura norma legislativa garante della loro
esistenza quale valida alternativa alle forze armate.
“Come la guerra
funziona perché ci sono professionisti che la organizzano, la pace funzionerà
quando ci saranno professionisti che la organizzeranno” dichiara Francesco Vignarca, coordinatore della
Rete Nazionale per il Disarmo, il quale esplicita con queste parole la sua idea
di azione nonviolenta inserita in un programma ben definito di formazione dei CCP. Nel suo intervento
prosegue spiegando che all’approvazione improvvisa dell’emendamento le realtà
già attive autonomamente nel territorio si sono trovate nella necessità di
lavorare tutte insieme in brevissimo tempo unendo le loro esperienze di azioni non violente al fine di riqualificare e dare
nuova valenza alla parola difesa.
Al termine degli interventi sono state particolarmente
interessanti le domande rivolte dalla platea ai relatori:
- Vista l’esperienza già strutturata ed avviata a livello europeo su questo argomento, sarebbe possibile creare con loro una rete collaborativa?
- Come possono essere impiegati a livello nazionale i CCP? C’è la possibilità che vadano a sostituire completamente le forze armate e non solo l’esercito?
- Dal punto di vista pratico che formazione dovranno fare i volontari? Che tipo di requisiti iniziali verranno richiesti?
- Come possiamo far conoscere i CCP a tutti i giovani e non solo a quelli già coinvolti in progetti inerenti?
L’Onorevole Marcon ha spiegato che il maggior limite
attualmente presente è proprio la novità di questo provvedimento legislativo;
quindi tutto è ancora in fase di elaborazione, i due relatori però hanno avuto
risposte esaustive che riportiamo qui riassunte.
Le collaborazioni europee sono auspicate e previste, ma ancora un po’
lontane data la mole di lavoro attuale. Per quanto concerne l’impiego dei CCP
in suolo nazionale, risulta centrale farne un’alternativa nonviolenta alle
forze armate e per arrivare a ciò è necessaria una lunga formazione e figure professionali ben precise; per l’avvio
dei CCP, al momento, si userà la stessa metodologia del Servizio Civile
Nazionale, cioè quella dei progetti di impiego.Silvia Sperandio
Volontaria Servizio Civile Venezia