Sabato
pomeriggio mi contatta Edoardo, amico di vecchia data e membro del
gruppo di volontari Venice
Calls,
il quale fa sapere a me e ad altri amici che la biblioteca personale
della signora Bianca Tarozzi, nota scrittrice e poetessa, è stata
fortemente danneggiata dalle acque alte degli ultimi giorni. Sapendo
che molti di noi avevano studiato o studiano ancora archivistica e
biblioteconomia, ci chiede aiuto per mettere in sicurezza il
patrimonio librario danneggiato dall’acqua. Considerando
la grave situazione e l’urgenza di un intervento tempestivo,
accetto la sua richiesta e propongo di coinvolgere anche i miei
colleghi volontari di servizio civile presso l’ASAC
(Archivio Storico delle Arti Contemporanee), molti dei quali mettono
subito a disposizione le loro competenze e il loro tempo per venire a
dare una mano. Nell’arco di una giornata viene costituita una
squadra di nove volontari e ciò che più sorprende non sono soltanto
la pronta risposta e la piena disponibilità di quasi tutti i miei
colleghi, ma le numerose proposte arrivate da tanti altri amici che,
venuti a conoscenza dell’iniziativa,
si offrono spontaneamente
per supportare
il nostro lavoro.
Una
volta creato il gruppo in Whatsapp,
stiliamo l’elenco dei materiali necessari per trattare ed asciugare
i libri bagnati e ci diamo appuntamento per l’indomani pomeriggio a
Venezia. Lunedì pomeriggio, una volta conclusa la giornata di
servizio presso l’ASAC, ci incontriamo con Edoardo e tutta la
squadra in Piazzale Roma e ci incamminiamo verso l’abitazione della
signora. Una volta giunti a destinazione e varcata la soglia,
rimaniamo subito sconcertati dall’enorme quantità di libri
presenti in tutti gli ambienti della casa e restiamo altrettanto
dispiaciuti dallo stato di criticità in cui molti di questi versano
a causa dell’acqua. Senza ulteriore indugio, decidiamo di dividerci
in gruppi e di attivarci nelle prime operazioni di messa in sicurezza
dei libri danneggiati. Dopo aver fatto arieggiare le stanze ed aver
stabilito i gruppi, procediamo all’asciugatura dei libri per mezzo
di carta assorbente bianca, utilizzata prevalentemente per
interfoliare ogni volume bagnato, e disponendo i singoli pezzi di
taglio e in posizione verticale sopra superfici piane, come tavoli e
ripiani, per consentire un’asciugatura più veloce e sicura. Ogni
libro trattato viene poi registrato in un elenco finale in cui, oltre
ai dati essenziali per la sua identificazione, viene anche segnalato
il grado del danneggiamento, basato su una scala convenzionale da un
minimo di 1 a un massimo di 5. Dopo poco più di due ore vengono
trattati più di cento libri, molti dei quali purtroppo dovranno
essere affidati alle mani esperte dei restauratori a
causa
del pessimo stato in
cui si trovavano.
Alla
fine della giornata la stanchezza si
fa sentire
e i libri che rimangono da sistemare sono ancora tanti. In serata,
davanti ad un (meritato) spritz
in campo S. Margherita, abbiamo il piacere di incontrare altri membri
di Venice
Calls,
che ci ringraziano molto per aver collaborato con loro e dai quali
veniamo a conoscenza del loro progetto e di quelli che potrebbero
essere i loro obiettivi per il futuro.
Infine, lungo la strada verso casa, stanchissimi ma felici
di aver fatto un lavoro utile, penso che abbiamo avuto l'opportunità di aiutare concretamente uno dei tanti cittadini di Venezia colpiti dall’acqua
granda.