Siamo
partiti il 24 giugno carichi di valigie e di aspettative alla volta
della Bosnia ed Erzegovina con gli amici dell'associazione
“Buongiorno Bosnia”.
Non ci
aspettavamo un viaggio puramente turistico: sapevamo già che sarebbe
stata un'esperienza entusiasmante, che ci avrebbe colpiti nel
profondo e ci avrebbe spinti a costruire un pensiero critico di
questo meraviglioso Paese, così duramente colpito dal Secondo
Conflitto Mondiale e dai genocidi perpetrati per interi anni ai danni
di una fascia prima, di un'altra poi, della popolazione.
In una
settimana abbiamo visitato Mostar, Sarajevo, Srebrenica e Tuzla;
ognuna di queste città conserva un fascino davvero speciale, e la
cosa che ci ha colpiti direttamente al cuore è stata la bellezza di
una natura verdissima su cui si inseriscono in modo armonico i
palazzi e i monumenti ottomani, che però sembrano feriti, sventrati
dai fori di proiettile e dalle granate.
Siamo
stati testimoni delle ripercussioni che la guerra ha lasciato dietro
di sé non solo con le tracce della distruzione sugli edifici, ma
anche nel tessuto sociale. E' terribile pensare che in un Paese così
vicino al nostro si è perpetrato il massacro di intere etnie, con il
Credo religioso e le mire espansionistiche come uniche ragioni; le
conseguenze di questo insensato odio si vedono ancora oggi nella
divisione tra Musulmani e Serbi, nella ricerca di giustizia da parte
degli uni e nella negazione delle responsabilità del genocidio da
parte degli altri, in uno strisciante disagio che si percepisce anche
nella vita quotidiana.
Abbiamo
avuto, però, anche molti regali: le testimonianze di alcuni giovani
della nostra età che combattono per conservare la memoria di ciò
che è stato, per sensibilizzare e portare alla luce tutto ciò che
per l'opinione pubblica sarebbe meglio che rimanesse insabbiato e per
costruire un futuro dove la guerra sia solo un monito per ricordare
quanto sia bella la Pace.
Consiglio
quest'esperienza a tutti perché al ritorno ci si sente per davvero
"cittadini del mondo"; si stabilisce un legame speciale con le persone
che ci hanno ospitato e reso partecipi delle loro storie e si impara
sempre qualcosa di nuovo: nuovi gesti di umanità e di accoglienza,
la condivisione, la resilienza e la voglia di cambiare le cose.
Sara Vecchiato
Sara Vecchiato