Abbiamo chiesto a MARCO
CALLIGARO di raccontarci cosa pensa del Servizio Civile, dei volontari, del suo lavoro presso la PROTEZIONE CIVILE e del ruolo di OLP.
Mi
chiamo Marco Calligaro, ho 52 anni, lavoro in Comune di Venezia -
Protezione civile dal 1996. Attualmente ricopro il ruolo di
Responsabile del Servizio Gestione Rischi Centro Storico e Isole. Dal
2003 seguo i progetti di Servizio Civile e dal 2010 sono OLP. Il
progetto di quest'anno riguarda l'aggiornamento del Piano comunale di
Protezione Civile, che è lo strumento essenziale per organizzare la
risposta operativa del "sistema" Protezione Civile comunale
in caso di emergenze. Si tratta quindi di rivedere tutte le
informazioni contenute nel piano, soprattutto per quanto riguarda le
c.d. "strutture sensibili" (scuole, ospedali, case di
riposo, edifici strategici, ecc.) e le risorse a disposizione, sia
umane sia di mezzi ed attrezzature specifiche.
Il numero dei volontari impiegati quest'anno è 2.
Il numero dei volontari impiegati quest'anno è 2.
Credo
che l'esperienza di Servizio Civile possa essere veramente proficua e
positiva per i giovani che vi si cimentano. Li mette in contatto con
realtà nuove, li "costringe" a mettersi in gioco e hanno l'occasione
di imparare davvero molte cose. D'altra parte però, l'ente che li
accoglie deve avere coscienza che non ha di fronte operatori chiamati
a surrogare carenze di personale dei propri uffici (sottopagati, del
resto) ma volontari che devono sì dare, ma anche, oserei dire
soprattutto, ricevere. Ecco, l'imparare
facendo dovrebbe davvero essere la
filosofia che accompagna la loro esperienza.
L'aspetto
che mi stimola maggiormente nel ruolo di OLP è sicuramente il
contatto con il giovani, e la possibilità di poter trasmettere, nel
mio piccolo, qualcosa di utile soprattutto per il futuro ingresso nel
mondo del lavoro.
Il
valore aggiunto dei volontari in Servizio è che consentono di
ampliare o di approfondire alcune delle attività
dell'ufficio/servizio presso il quale sono impiegati, e inoltre,
molto spesso, portare il loro contributo in ordine a bisogni e
sensibilità del mondo che sta "fuori" degli uffici, mondo
che chi invece sta "dentro" l'ente spesso non conosce
sufficientemente.