lunedì 10 aprile 2017

Riflessione dei volontari di Servizio Civile sull'evento "In Marcia per la Pace"


"Sabato 18 Marzo si è svolto l'evento tanto atteso dopo mesi di preparazione: la Marcia per la Pace.
Evento che ha visto la collaborazione di un numero elevato di associazioni del territorio, tutte unite per un unico scopo: quello di trasmettere il messaggio della Pace, non come un simbolo lontano e utopico ma con l'intento di voler far nascere in ogni singolo cittadino la consapevolezza che un'azione nonviolenta nel quotidiano può migliorare il vivere la città.
Noi come Servizio Civile abbiamo organizzato con il gruppo AGESCI Mestre 2 e Mestre Centro l'intervento dal titolo:
"Siamo Sicuri? Mettiamoci in gioco! Percezioni sulla sicurezza in città."
La giornata, indirizzata soprattutto a un pubblico giovane, nella prima parte ha visto l'interscambio di idee in cui è stato chiesto agli ospiti di riflettere su articoli di giornale per capire quanto ognuno di noi sia influenzato dalle notizie dei mass-media e da come queste sono presentate ai nostri occhi.
Gli articoli rilevati sono stati in prevalenza improntati su azioni violente in città e il messaggio di allarmismo che ne emerge è evidente; tuttavia alcuni ragazzi hanno ben concluso con una riflessione vera: “ la paura è comprensibile ma la chiusura NO, non può essere una soluzione”.
Abbiamo allora provato a cercare delle risposte a questi problemi.
Noi abbiamo voluto portare l'esempio di una visione alternativa della sicurezza che il cittadino intende, allontanandoci dall'idea che solo i corpi militari possano operare in questo: il Servizio Civile, infatti, conta vari progetti che si esplicitano nel servizio della comunità.
E proprio su questo abbiamo dibattuto con gli ospiti che abbiamo avuto il piacere di accogliere: Andrea Ballin, Presidente dell'Associazione Airis, Manuel Basso, membro del Comitato Marghera Libera e Pensante, Dario Fava dipendente del Servizio Numero Verde Antitratta e Paola Malgaretto membro del Gruppo Altobello in cammino.
Si è creata una viva discussione da varie domande poste dai ragazzi scout, e alla domanda Quand' è che le città smettono di essere un luogo sicuro? una risposta che accumunava tutti è stata: "quando si smette di fare comunità". Questo è il punto della situazione sorto a fine dibattito: la necessità maggiore è IL DIALOGO, il bisogno di integrazione per evitare che alcune persone vengano "catalogate", come espone Manuel Basso, e addittate da quegli articoli di giornale che spesso in tono discriminatorio diffondono allarmismo tra i cittadini. Fondamentale è ricominciare a vivere la città, per far in modo che non si creino luoghi abbandonati e degradati.

Un esempio concreto è il Gruppo Altobello in cammino, costituito da cittadini del quartiere che cercano di creare iniziative volte a conoscere le persone e a prendersi cura dei luoghi vicino a casa loro.

Speriamo che un piccolo messaggio di azioni concrete nonviolente sia giunto in ognuno dei partecipanti e questo possa far nascere collaborazioni e iniziative nuove in città."