"Sabato 18 Marzo si è
svolto l'evento tanto atteso dopo mesi di preparazione: la Marcia per
la Pace.
Evento che ha visto
la collaborazione di un numero elevato di associazioni del
territorio, tutte unite per un unico scopo: quello di trasmettere il
messaggio della Pace, non come un simbolo lontano e utopico ma con
l'intento di voler far nascere in ogni singolo cittadino la
consapevolezza che un'azione nonviolenta nel quotidiano può
migliorare il vivere la città.
Noi come Servizio
Civile abbiamo organizzato con il gruppo AGESCI Mestre 2 e Mestre
Centro l'intervento dal titolo:
"Siamo
Sicuri? Mettiamoci in gioco! Percezioni sulla sicurezza in città."
La
giornata, indirizzata soprattutto a un pubblico giovane, nella prima
parte ha visto l'interscambio di idee in cui è stato chiesto agli
ospiti di riflettere su articoli
di giornale per capire quanto ognuno di noi sia influenzato dalle
notizie dei mass-media e da come queste
sono presentate ai nostri occhi.
Gli
articoli rilevati sono stati in prevalenza improntati su azioni
violente in città e il messaggio di allarmismo che ne emerge è
evidente; tuttavia
alcuni ragazzi hanno ben concluso con una riflessione vera:
“ la paura è comprensibile ma la chiusura NO, non può essere una
soluzione”.
Abbiamo allora
provato a cercare delle risposte a questi problemi.
Noi abbiamo voluto
portare l'esempio di una visione alternativa della sicurezza che il
cittadino intende, allontanandoci dall'idea che solo i corpi militari
possano operare in questo: il Servizio Civile, infatti, conta vari
progetti che si esplicitano nel servizio della comunità.
E proprio su questo
abbiamo dibattuto con gli ospiti che abbiamo avuto il piacere di
accogliere: Andrea Ballin, Presidente
dell'Associazione
Airis, Manuel Basso,
membro del Comitato
Marghera Libera e Pensante, Dario Fava dipendente
del Servizio
Numero Verde
Antitratta e
Paola Malgaretto membro
del Gruppo
Altobello in cammino.
Si è creata una
viva discussione da varie domande poste dai ragazzi scout, e alla
domanda Quand' è
che le città smettono di essere un
luogo sicuro? una
risposta che accumunava tutti è stata: "quando si smette di
fare comunità". Questo
è il punto della
situazione sorto a fine dibattito: la necessità maggiore è IL
DIALOGO, il bisogno di integrazione per evitare che alcune persone
vengano "catalogate", come espone Manuel Basso, e
addittate
da quegli articoli di giornale che spesso in tono discriminatorio
diffondono allarmismo tra i cittadini. Fondamentale
è ricominciare a vivere la città, per far in modo che non si creino
luoghi abbandonati e degradati.
Un
esempio concreto è il Gruppo
Altobello
in cammino, costituito
da cittadini del quartiere che cercano di creare iniziative volte a
conoscere le persone e a
prendersi cura
dei
luoghi
vicino a
casa
loro.
Speriamo
che
un piccolo messaggio di azioni concrete nonviolente
sia giunto in ognuno dei partecipanti e questo possa far nascere
collaborazioni e iniziative nuove in città."