VOLONTARIAmente per...."Lo Spazio e le Immagini"
Testimonianza di Francesca Scattolin
Mi chiamo Francesca, ho 25 anni e da 13 ormai vivo a Marcon, città in cui sono attiva come animatrice parrocchiale e come volontaria di altre realtà associative giovanili. Amo camminare in montagna, visitare città e musei, scattare fotografie (in particolare di paesaggi naturali, piante e monumenti) e leggere; i testi che preferisco sono i classici della letteratura europea, ma soprattutto le opere degli antichi autori greci e latini. Il fascino esercitato dall'antichità e dalle sue testimonianze materiali ha guidato tutto il mio percorso scolastico: dopo 5 anni di Liceo Classico, infatti, ho deciso di proseguire gli studi umanistici, iscrivendomi prima al corso di laurea triennale in Storia (con indirizzo archivistico-biblioteconomico) e poi a quello magistrale in Scienze dell'Antichità, entrambi erogati dall'Università Ca' Foscari di Venezia. La volontà di svolgere un'esperienza formativa dal punto di vista umano e professionale, che fosse in linea con il mio percorso di studi, ma che allo stesso tempo mi consentisse di mettermi alla prova in un contesto in parte inusuale, mi ha portato a presentare domanda come volontaria di servizio civile. L'amore per la storia, l'arte e la fotografia è stato fondamentale per la scelta del progetto, ovvero “Lo Spazio e le Immagini: riordino del patrimonio documentario e fotocartografico del Comune di Venezia”. La sede di servizio è l'archivio fotocartografico del Comune (sito a Mestre, in Viale Ancona, nel complesso dell'Ex Carbonifera). Il progetto prevede da un lato l'archiviazione di piani urbanistici storici (lavoro svolto da un volontario) e, dall'altro, la catalogazione di fotografie che documentano le trasformazioni subite dal territorio soprattutto nel corso della seconda metà del '900 e di riproduzioni di stampe di epoca precedente (attività di cui ci occupiamo in due). Le schede catalografiche realizzate confluiscono nel sito internet “Album di Venezia”.
L'aspetto che più mi affascina del mio servizio è la possibilità di scoprire angoli e particolari di Venezia e della sua storia di cui non avevo alcuna nozione. Può sembrare strano, ma pur essendo originaria del Comune e pur avendo sempre studiato a Mestre o a Venezia, conosco soltanto un'infinitesima parte del territorio e di quanto esso può offrire dal punto di vista storico-artistico. Le ricerche che compiamo quotidianamente per catalogare le immagini costituiscono un'ottima occasione di approfondimento in questo senso. La struttura rigida dell'archivio, che prevede la suddivisione delle fotografie per sestieri, parrocchie e – all'interno di esse – per zone precise (Calli, Campi, Campielli, Fondamente, Rughe…) mi consente di crearmi una sorta di “mappa mentale” della città che mi aiuta a orientarmi nel momento in cui devo effettivamente muovermi al suo interno.
Qualcosa però sfugge a questa rigida organizzazione: la famigerata schiera di fotografie classificate come “Tabernacoli e capitelli”. A differenza del resto, le immagini che ritraggono edicole votive e rilievi a tema sacro non sono suddivise per zona, ma soltanto per parrocchia; compito del catalogatore, tuttavia, è cercare di ricondurre anche queste al punto preciso in cui sono state scattate. Con tanta pazienza e con l'ausilio di guide e siti internet specifici, nella maggior parte dei casi si riescono a scoprire tutti i dati, ma quanta fatica!
Nonostante questa piccola “nota dolente” non cambierei nulla dell'esperienza che sto vivendo.
Possibilità di mettersi in gioco, lavoro stimolante, arricchimento culturale e ambiente familiare:
cosa desiderare di più?!