
territorio e nuove tecnologie per la costruzione di reti collaborative (si intende per reti collaborative tutte quelle forme di autorganizzazione, autoproduzione, resistenza che i cittadini inventano sul territorio intessendo rapporti e scambi, come la nascita di orti collaborativi, ciclofficine gestite da pensionati, circoli, associazioni informali) e sto scoprendo sempre di più, anche in seguito alle giornate formative, che il servizio civile può essere un rivoluzionario tramite per stimolare la partecipazione e l'attivismo coinvolgendo la cittadinanza nei processi di riappropriazione degli spazi pubblici e collettivi. Più nello specifico il compito del volontario del servizio civile in un progetto come quello in cui sono coinvolta, con Silvia, al dipartimento del verde pubblico del comune di Venezia è quello di porsi nell'ottica di mediatore tra l'incarico istituzionale, rigido e normativamente complesso della pubblica amministrazione in merito ad una materia così delicata come l'ambiente e il territorio, e il ruolo del cittadino che va supportato nella conoscenza e nella cura del patrimonio ambientale di pubblica proprietà. In questi primi tre mesi di attività si sono messe in cantiere molte idee che si concretizzeranno a breve in un progetto. Molti sono stati gli stimoli ricevuti tra l'accoglienza, il clima in ufficio, la formazione, gli scambi con i colleghi, con i referenti di progetto, ecc... tutte premesse che fanno credere in un anno di rivoluzioni e di crescita tra confronti ed esperienze.
Qualcuno direbbe "buona
la prima"...
Tutti pronti?
Sara Del Noce